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Unione Media valle Cavallina: l’ex direttrice assolta anche dalla Corte dei Conti, a pagare è l’Unione

Finisce con una piena assoluzione da parte della Corte dei Conti la lunga vicenda che ha visto in questi anni contrapposti i sindaci dell’allora Unione Media valle Cavallina, vale a dire Massimo Armati, Mauro Fadini e Ivan Beluzzi e la dirigente dell’ente sovraccomunale, Gemma Lazzarini. I tre sindaci avevano deciso di portare a processo la direttrice con l’accusa di aver falsificato alcune firme. Accusa di peculato, 36.670 euro di retribuzione di risultato autoerogati senza schede giustificative, falso e abuso d’ufficio, accuse dalle quale la Lazzarini è stata totalmente prosciolta. Ora arriva anche la Corte dei Conti a chiudere la vicenda in una Unione che ormai non eisiste più e dove i sindaci nel frattempo sono per due terzi cambiati. Già il Tribunale aveva bacchettato l’ente e i tre sindaci: “Nella inerzia dell’Ente, era stata la stessa Lazzarini ad inserire all’ordine del giorno del consiglio dell’Unione del 31 maggio 2011 una proposta di deliberazione relativa alla approvazione dei criteri generali per l’attuazione dei principi del decreto legislativo”.

In ballo c’erano 56967.91 euro che, secondo la procura, l’ex dirigente Gemma Lazzarini avrebbe dovuto pagare all’Unione. La Lazzarini aveva scelto di non percorrere il rito abbreviato ma di rinviare tutto alla pubblica udienza forte della sentenza emessa dal Tribunale di Bergamo il 30 marzo 2018. Nella sentenza infatti la Lazzarini veniva prosciolta, ‘il fatto non sussiste’, e l’ente aveva deciso di non ricorrere in appello. Nella sentenza della Corte dei Conti viene rimarcato che: “per le retribuzioni di risultato erogate alla Lazzarini ed al Leone, le stesse non richiedevano la necessità di redigere previamente le schede di valutazione annuali, in mancanza di recepimento, sino al 2015 (e su impulso della stessa convenuta)”. Anche la Corte dei Conti rimarca l’inerzia dell’ente: “nella inerzia dell’Ente, era stata la stessa Lazzarini ad inserire all’ordine del giorno del consiglio dell’Unione del 31 maggio 2011 una proposta di deliberazione relativa alla approvazione dei criteri generali per l’attuazione dei principi del decreto legislativo di cui sopra, ma l’organo collegiale aveva però stralciato la discussione relativa a questa problematica, rinviandola ad una costituenda commissione, la quale, tuttavia, venne insediata solo nell’aprile del 2015”. Infine: “

Inoltre è stato evidenziato come tutte le somme relative alle voci di retribuzione in parola, ad essa stessa come al Leoni erogate, fossero inserite nel bilancio preventivo, sia in quello consuntivo dell’Ente, risultando dunque conosciute nel dettaglio da tutti e dodici i membri del consiglio dell’Unione, organismo chiamato ad approvare i bilanci e che la trasparenza sulle retribuzioni erogate era garantita anche dai cedolini paga predisposti dalla “PA Consulting”, che riportavano espressamente le voci di riferimento delle somme”. “Tali approdi implicavano, per la difesa, la insussistenza di una colpa grave in capo alla Dott.ssa Lazzarini che aveva ritenuto legittimo liquidare le indennità di risultato con le modalità vigenti all’interno dell’ente e mai contestate né modificate dall’amministrazione dell’ente e dalla stessa avallate”. Sempre la sentenza della Corte dei Conti recita che: “che il compenso forfettario erogato alla Lazzarini relativo alla nomina retroattiva come Segretario dell’Unione era legittimo in quanto volto a retribuire mansioni realmente svolte dalla convenuta presso l’Unione con qualifica formale di Direttore, in quanto, pur essendo stato approvato solo il 30.06.2010 il nuovo Statuto dell’Unione […]

Pertanto, era non illecito il deliberato compenso mensile con decorrenza dall’1 gennaio dell’esercizio finanziario 2012 per lo svolgimento di tale funzione ed un compenso forfetario per il periodo precedente e fino al 31.12.2011, periodo durante il quale la convenuta aveva svolto a tutti gli effetti da sola (senza ausilio dei Segretari dei vari Comuni dell’Unione) tale funzione compresa l’attività rogatoria consentendo all’Unione di erogare regolarmente tutti i servizi istituzionali che i Comuni le avevano negli anni trasferito” infine: “le prestazioni da cui sono derivati i pagamenti a favore della dr.ssa Lazzarini sono state innegabilmente rese a favore dell’Unione dalla convenuta, che possedeva i prescritti requisiti culturali e professionali, per compiti istituzionali necessari e non espletabili da altri soggetti.

Che i compensi liquidati alla convenuta non sono stati esorbitanti rispetto ai parametri economici (retributivi e di rogito) di raffronto previsti per tali specifici compiti istituzionali, ben evidenziati dalla difesa senza contestazioni della parte attrice pubblica. […] La domanda va in conclusione respinta, con condanna dell’Unione (o del soggetto/i ad esso succeduto/i) delle spese del giudizio, liquidate come da dispositivo. La Corte, definitivamente pronunciando, ogni altra domanda respinta, ASSOLVE LAZZARINI GEMMA FIORINDA e condanna l’Unione Media Val Cavallina (o soggetto/i ad esso succeduto/i) al pagamento delle spese del giudizio, liquidate in complessivi euro 3.000,00, di cui 900 per spese e diritti, oltre iva e CPA come per legge”.

A pagare è solo il sindaco Massimo Armati che aveva già deciso di percorrere il rito abbreviato per chiudere la questione con il pagamento di 1710 euro.