Trescore: per MArco Arlati secondo mandato da presidente di Arcigay
Marco Arlati è stato riconfermato per il secondo mandato come Presidente dell’associazione, oltre ad essere componente di Segreteria nazionale Arcigay con la delega sport da Febbraio 2019. Marco, originario di Trescore Balneario si è avvicinato al mondo dell’associazionismo per caso, diventandone il simbolo, almeno in bergamasca. E’ nato e cresciuto a Trescore dove ancora oggi ha i parenti e molti amici anche se da 4 anni ha scelto di vivere in città, a Bergamo, lì dove da due anni guida l’Arcigay, l’associazione che dal 1985 si batte per la parità dei diritti, l’autodeterminazione, il superamento di stereotipi e pregiudizi nei confronti delle persone LGBTI, e contro ogni forma di discriminazione. Lui il ‘grande salto’ se così vogliamo chiamarlo, lo ha fatto a 17 anni con gli amici, quando ha deciso di rivelare a tutti la sua scelta, meglio di dire cosa provava veramente. “E’andato bene, a differenza di molti altri che subiscono l’emarginazione o l’esclusione, i miei amici mi hanno accettato senza problemi – spiega Marco Arlati – a 19 anni ho fatto questo passo in famiglia ed anche qui è andato tutto bene, nessun problema i miei genitori mi hanno subito capito. Poi a 26 sono entrato nell’associazionismo con Arcigay e qui è stato il comung out definitivo. Oggi faccio il digital market per un gruppo editoriale e per questo motivo da 4 anni ho scelto Bergamo come luogo nel quale vivere anche se rimango ovviamente molto legato a Trescore, paese dove sono cresciuto e dove ho ancora i parenti. Attualmente poi sono single, ho avuto una relazione con un ragazzo per tre anni ma è una storia che è finita ed oggi sono solo”. Ora la riconferma al ruolo di presidente dell’arcigay di Bergamo, oltre ad Arlati fanno parte del direttivo: Agostino Sorbo , Enrico Caldo Giada Rota Andrea Viscardi Maurizio Picenni Roberto Carissoli Peter Rossi e Ivan Nastasi. Come collegio dei garanti e dei revisori dei conti sono stati eletti: Luca Pandini , Marco Bombardieri e Bruno ZANO I punti principali del documento politico della mozione presentata da Arlati “Noi siamo relazioni umane” riguardano: Lo sport come strumento di educazione e contrasto all’omofobia e transfobia, continuando le due iniziative di Bergamo in campo contro l’omofobia delle stagioni 2016/17 e 2017/18. Oltre alla squadra Cvies Volley Bergamo, creare la Cives Calcio Bergamo, due squadre che giocheranno il campionato CSI della Bergamasca dove in campo scenderanno giocatori gay dichiarati. Sviluppare il Diversity Management e Equality Standard nelle aziende bergamasche. Arlati fa il punto del suo mandato: “Dobbiamo sconfiggere l’omo/transfobia sul posto di lavoro partendo dall’origine del problema, non mettendo pezze o azioni tampone solo dopo che si sono verificate situazioni quali licenziamenti o discriminazioni in ambito lavorativo. Dobbiamo parlare con gli imprenditori, le aziende, le società e i vari stakeolders del mondo imprenditoriale. Se il datore di lavoro, i dirigenti sono formati, educati alle differenze e al loro valore, difficilmente si verificheranno discriminazioni sul posto di lavoro in ambito di orientamento sessuale o di genere Salute e Benessere della comunità LGBTI+ Bergamasca: Stiamo vivendo un momento molto particolare, l’attenzione dei giovani è calata drammaticamente e la regione Lombardia risulta da anni l’area con il tasso più alto di nuove infezioni. Inoltre tale problema non è più circoscritto alla comunità LGBTI+, ma ormai riguarda tutta la popolazione. Inoltre l’ignoranza e la non conoscenza porta a pregiudizi verso le persone hiv positive, che si vedono molte volte essere discriminati anche all’interno della comunità LGBTI+ stessa. Si tratta di un secondo coming out che le persone devono affrontare e noi dobbiamo esserci. Noi siamo relazioni umane e dobbiamo essere al fianco di coloro che hanno bisogno di noi. Nessuno in bergamasca si deve sentire solo. Questo ci impone di continuare nella nostra azione cercando nuove risorse per implementare i test gratuiti che sono sempre stati fatti da Cives nel corso degli anni, avendo una nuova interazione durante il Bergamo Pride 2019, dove assieme a Emmaus e Croce Rossa, siamo riusciti ad effettuare i test fuori dai soliti luoghi in cui la comunità LGBTI+ si incontra, toccando una platea molto numerosa. Questa strategia verrà incanalata nel progetto Fast Track attraverso la realizzazione di un check point che non avrà solo il compito di effettuare i test, Le nostre famiglie: serve una nuova legge sulle adozioni, che faciliti il processo per le coppie eterosessuali e apra alle coppie omosessuali. I bambini non devono rimanere abbandonati senza futuro negli orfanotrofi. Scuola e Giovani: Quest’anno, il progetto Educare alle differenze è approdato in ben 6 scuole durante 12 incontri fra cogestioni e esperienze in classe. Diversi sono stati gli incontri di formazione interna ai quali hanno partecipato molti ragazzi e ragazze. Ricevuto un feedback decisamente positivo, non solo dai docenti ma anche dagli stessi studenti, si riconosce la sentita necessita di ulteriori potenziare gli interventi, incrementando gli argomenti da offrire. Politiche di genere e lotta alla lesbofobia: In questi anni Cives è riuscita a creare un gruppo numeroso di ragazze e donne, lesbiche bisex e pansessuali che si sono incontrate per affrontare varie tematiche che hanno portato ad un documento recepito nel congresso di Arcigay Nazionale di Ottobre 2018 e che vogliamo svilupparlo nei prossimi 3 anni Dialogo tra omosessualità e religione «Esistono tante condizioni diverse, non soltanto l’omosessualità. È necessaria un’accoglienza reciproca per percorrere insieme il cammino di fede, fatto di mediazione culturale: il Vangelo è eterno, ma va incarnato nella storia». È un passo delle riflessioni del vescovo Francesco Beschi, pronunciate durante la serata del 17 Maggio 2019 nella chiesa di San Fermo (a Bergamo), nella veglia di preghiera per il superamento dell’omofobia e dell’intolleranza sul tema “Una fede che libera, una comunità che accoglie”. Durante il mandato appena trascorso Arcigay Bergamo Cives ha trattato il tema del rapporto tra omosessualità e religioni, ma sempre più forte è la presenza di omosessuali credenti sulla provincia di Bergamo con i quali la chiesa inizia a dialogare con azioni concrete. Come associazione dobbiamo prendere atto di questa realtà e far in modo che il proprio credo religioso non sia da ostacolo alla piena liberazione del proprio orientamento sessuale o di genere. Questo non significa modificare il nostro dna laico da cui è nata Arcigay Nazionale e Arcigay Bergamo Cives, ma significare essere presenti umanamente e concretamente ai soggetti della nostra comunità che hanno un credo religioso, una fede e si trovano in un momento di difficoltà perché non sanno come vivere o gestire questa situazione.