Più di mezzo secolo di occasioni perse per avere una statale nuova
Più di mezzo secolo di incontri, proposte, progetti, idee per portare in valle Cavallina una strada che da Trescore arrivasse fino a Sovere, li dove parte l’altra statale, quella che può definirsi veramente una superstrada, anche se solo ad una corsia, una strada senza intersezioni che da Sovere arriva fino a Malonno. Ma in tutti questi anni quante sono state le occasioni perse dalla valle Cavallina per avere una strada nuova? La colpa di chi è, se si può attribuire una colpa? Dei politici, degli amministratori? Leone Cantamesse, amministratore di lungo corso di Trescore riassume come in questi anni la questione statale sia sempre stata rimandata perdendo molti ‘treni’ che sono passati.
“Che si parla di variante alla SS 42 è sicuramente almeno dagli anni 60. Negli anni compresi tra il 1977 ed il 1980 viene predisposto un progetto esecutivo, commissionato da Regione Lombardia alla Società di Ingegneria Alpina per la variante alla Ss 42 per il tratto compreso tra Albano S. Alessandro e Rogno.
Questo progetto viene recepito negli strumenti urbanistici che i Comuni in quegli anni stavano predisponendo. Intanto, negli anni 87/89 viene realizzato il tratto Cassinone – Albano.
Si ritorna a parlare di variante alla SS. 42 all’inizio del 1991, penso marzo. Incontro in Comunità Montana Valle Cavallina a Casazza dove un tecnico della Società Bonifica illustra uno studio di fattibilità per il tratto compreso tra Albano ed Entratico. Lo studio prevede 3 diverse possibilità per passare Trescore: una passando per Cenate Sotto e proseguendo verso Muratelo Alto, Prato Bergamo e quindi verso il Bersaglio, gli altri due invece prevedevano il transito in zona Riva, Mulino dei Frati, Macina e quindi arrivo al Bersaglio. Subito si creò un comitato contro questa ipotesi.
Il percorso ad Ovest di Trescore venne subito scartato e si optò per un percorso più o meno parallelo al Cherio e che si avvicinava al tracciato Alpina.
Chiaramente non fu così semplice in quanto più che gli aspetti tecnici contavano le proprietà e quindi chiaramente il criterio era “il mio campo è più verde del tuo, il tuo paesaggio è meno bello del mio”. A tutti questi problemi si assommavano quelli derivanti dal transitare sulle aree soggette a vincoli termali.
Su tutti questi problemi c’era poi l’Amministrazione Comunale, di cui ero parte, che purtroppo, per non scontentare nessuno, si era data come criterio di subire il progetto più che proporre soluzioni.
Si arriva comunque ad avere un progetto preliminare condiviso dai Comuni (escluso Trescore) e di massima anche dalle Terme con un costo complessivo vicino ai 45 miliardi di lire. (Siamo arrivati al 1992). Occorre reperire i finanziamenti.
Ad un convegno organizzato a Trescore e precisamente alla Torre, l’allora Ministro Prandini, garantisce un primo finanziamento per la realizzazione delle opere progettate (circa 50 miliardi di lire) e prevede uno stanziamento di altri 20-25 Miliardi per la progettazione del tratto di 42 a salire (per complessivi 70-75 miliardi) ad una condizione: che il progetto sia “cantierabile” subito (quindi con tutte le autorizzazioni e condivisioni da parte di tutti i Comuni),
A quel punto ci furono diversi incontri tra rappresentanti della Provincia e Comunità Montana da una parte e Amministratori di Trescore (incontri a cui però non fui mai invitato in quanto apertamente schierato in favore della variante e poi contavo poco), in questi incontri in sostanza si chiedeva al Comune di Trescore di approvare il progetto preliminare per non perdere il finanziamento, con l’impegno della Com. Montana di apportare poi, in fase di redazione di progetto esecutivo, tutte le migliorie richieste. Nel frattempo qualcuno propose come alternativa di proseguire con la SS 42 fino nella Selva e quindi realizzare un tunnel sbucando dopo Grone ( oltre 6 Km di galleria).
Purtroppo il Comune di Trescore non approvò il progetto. Purtroppo anch’io, seppure contro voglia, votai contro ed è una delle cose, insieme alla scelta di realizzare la casa di riposo alla Dalmine, di cui ancora oggi mi pento ( per la verità eravamo in 3 a voler votare contro ma si disse che bisognava votare come la maggioranza interna aveva deciso se si volevano evitare crisi in Giunta).
La mancata approvazione del progetto fece decadere anche la possibilità di avere i finanziamenti, Dopo qualche tempo scoppiò tangentopoli e quindi la variante alla SS42 tornò nel limbo. Da qui si arriva al 2000, Presidenza della Provincia Bettoni. La Provincia predispone un nuovo progetto preliminare Albano – Trescore. Anche in questo caso Trescore ha dei dubbi che però vengono fugati da un Bettoni che si impone. La variante viene appaltata. All’apertura della gara d’appalto, inizia una controversia tra le prime due Imprese classificate che fa temere il peggio In fase di esecuzione, il Sindaco di Trescore Finazzi insieme al Sindaco di Gorlago Pedrini, con il sostegno della Provincia rappresentata dall’Ass. Capetti e dall’Ing. Stilliti, propongono ad ANAS di non realizzare la galleria artificiale e la rotonda di Gorlago, ma di proseguire con la variante fino alla via Calvi di Trescore (rata di Muscu) utilizzando come finanziamento le minori spese ed il ribasso d’asta (le opere a base d’asta erano circa 20 ml lordi, diventati 15,2 al netto del ribasso d’asta. A tale importo vanno aggiunte le spese per IVA, spese tecniche e costi per espropri), ma l’ANAS si oppose adducendo problemi procedurali.
A questo punto la Provincia si fa carico di predisporre un nuovo progetto preliminare per il tratto Gorlago – Entratico. Progetto che viene predisposto e che ottiene il benestare dei Comuni interessati con un costo complessivo di circa 110 ml.
Nel 2016 si scopre che ANAS ha bocciato questo progetto in quanto la pendenza della galleria prevista (tratto in Zandobbio) non è a norma in quanto ha una pendenza troppo alta (questo è quanto riferito in C.C. dal Vicesindaco di Trescore). A questo punto mi sembra doveroso porsi domande: ma questa progettazione non era stata concordata con ANAS? Ma ANAS non ha mai visto prima questo progetto? Ma ci si accorge a progetto approvato che la pendenza non va bene? Ma chi ha progettato, se ha sbagliato, è stato pagato lo stesso? Purtroppo domande che però rimangono senza risposta. Fatto sta che bisogna ripartire con una nuova progettazione.
E così, dopo tre progetti inutilizzati, siamo al 2017
Si dice che serve un nuovo progetto e si parla di circa due anni solo per la progettazione, ma nel frattempo le code permangono.
Come si può ben vedere un grosso ostacolo alla variante è stato Trescore, con i suoi dubbi e le mancate decisioni. Ma d’altro canto ci sarà pure un motivo per cui Trescore non è mai stato un traino per la valle, mai punto di riferimento. Non è mai stato in grado di esprimere neppure un presidente di Comunità Montana.
Io non so chi è stato il maggiore oppositore della Statale 42 e della sua variante, penso che il maggior oppositore sia stata l’ignavia di tanti amministratori. A parte il famoso Consiglio Comunale convocato sulla Statale 42 (proprio con i banchi sul sedime stradale) a Spinone al Lago dal Sindaco Zinetti negli anni 80, l’impegno dell’allora Sindaco di Entratico Mazza e del Presidente di Comunità Montana Valle e negli ultimi anni dal Sindaco di Trescore Finazzi, non mi sembra che altri abbiano fatto più di tanto. Tutti a parole favorevoli, ma che poi con declinavano con atti questo impegno.
Ad un convegno sul turismo, ho incontrato Massimiliano Russo e per caso abbiamo cominciato a parlare di statale 42, pur arrivando da esperienze politiche molto diverse, ci siamo trovati in sintonia, almeno da parte mia, in quanto si parlava di un problema della valle non partendo da una posizione ideologica ma da una esigenza reale della gente che ci vive. Da quell’incontro è passato del tempo, si sono incontrate nuove persone, è nato il Comitato Statale 42 – Val Cavallina. In poco meno di due mesi si sono raccolte oltre 1600 adesioni scritte oltre a circa 3200 contatti in facebook. Comitato che nasce non come antagonista di qualcuno o qualche cosa o semplicemente per la realizzazione della variante alla SS. 42, ma che si prefigge di “ridurre il traffico, i tempi di percorrenza e l’incidentalità della S.S. 42 “ oltre a “ … promuovere il territorio e contrastarne l’abbandono”