Le dimissioni del capogruppo Leva: “Protezione civile poco coinvolta”. Il sindaco Donisi: “La protezione civile è della comunità, non del capogruppo”
L’addio del capogruppo della protezione civile di Albano Sant’Alessandro Salvatore Leva, ecco le motivazioni che hanno portato Leva a lasciare il suo ruolo di guida del gruppo dopo un confronto acceso con l’amministrazione comunale
“Ho rinunciato al mio ruolo di coordinatore solo per un motivo, l’amministrazione comunale a mio avviso ha limitato al minimo la Protezione civile in questa fase di emergenza per il Covid19”. Salvatore Leva, da pochi giorni ex coordinatore della protezione civile del gruppo comunale di Albano Sant’Alessandro spiega il motivo della sua amara decisione di lasciare la guida del gruppo. “ In questi anni abbiamo sempre lavorato bene e con entusiasmo per il paese e i suoi abitanti, garantendo sicurezza e disponibilità. Grazie a tutti i volontari al loro tempo libero e capacità professionali siamo riusciti ad arredare, recintare e rendere operativa la sede ( stazione ferroviaria) abbiamo fatto tanto per la comunità dai sentieri in collina San Giorgio all’orto per i piccoli della scuola primaria, in questi anni siamo cresciuti arrivando a 24 volontari”. Poi l’avvio del periodo di emergenza Covid : “quando stavano iniziando i casi di contagio nel nostro paese – spiega sempre Salvatore Leva – con un preallerta COC ho sollecitato l’attivazione completa essendo che in quel momento si effettuava solo la divulgazione di informazioni alla popolazione. Da qui sono partite tensioni tra me e l’amministrazione comunale, vengono attivate procedure molto ristrette che portano ad un’ operatività di solo 4 volontari per la distribuzione del kit ed ad oggi non vi sono altre attività, tutto questo mi ha portato a fare questa scelta restando volontario dato che il rapporto con gli altri volontari è molto solido e solo grazie a loro non sono andato via anche se il malumore c’è da parte di tanti.
La risposta del sindaco
Il sindaco Maurizio Donisi replica a Leva spiegando come l’amministrazione comunale si sia mossa correttamente in tutti i suoi passaggi in questo momento di crisi dovuto al Covid 19
La Protezione Civile Comunale è “cosa pubblica”, come il
Comune. Il Comune non è una “proprietà” del Sindaco, come la
“Protezione Civile” non è di un Capogruppo. Come il Sindaco, il
Capogruppo della Protezione Civile deve muoversi rispettando le
norme. Il rispetto delle norme passa necessariamente attraverso il
rispetto dei ruoli …e delle responsabilità! In sostanza non ci si
muove di propria iniziativa (ci devono essere prima attivazione,
istruzioni, fornitura di dispositivi di protezione, copertura
assicurativa…).
La Protezione Civile …non può
essere “un’armata Brancaleone”! Chi ha un ruolo …deve
ricevere un ordine!
Non si sta giocando …come forse
qualcuno ha pensato!
L’Amministrazione di Albano (non
il Capogruppo!) ha in poco tempo “arruolato” volontari, li ha
formati e ha messo a loro disposizione Sede e mezzi.
E
continua a farlo secondo una programmazione ben precisa. A breve
arriverà un mezzo 4×4 per consentire ai nostri “volontari” di
essere più efficaci nel prestare la loro opera e …più sicuri loro
stessi.
La sicurezza dei volontari infatti va di pari
passo con quella della popolazione che loro devono aiutare.
Un
soldato seppur “valoroso” non può partire per il fronte senza
elmetto e fucile.
In questa emergenza, quando si
contavano “eroi” caduti in strada mentre compivano il loro
dovere, ci siamo preoccupati di verificare, insieme ai nostri
consulenti, che i requisiti di sicurezza e la necessità di
intervenire fossero presenti. E già anche “la necessità” va
valutata prima di mettere a rischio i “volontari”, le loro
famiglie e la stessa popolazione che con loro entra in contatto.
In
quel frangente, “l’aiuto” che presumibilmente voleva essere
dato dall’ex Capogruppo, era già egregiamente coperto dalla
“Bottega della Domiciliarità” dell’Ambito dove c’erano
volontari già formati e addestrati per un’emergenza sanitaria come
questa (es. Croce Rossa Italiana).
Abbiamo allertato,
come la legge impone, il Centro Operativo Comunale prima in
condizione “pre-allarme” e poi quando la situazione lo ha
richiesto e sempre secondo norma … abbiamo proceduto alla sua
attivazione completa.
Quando la “necessità” si è
palesata, l’Amministrazione ha verificato (sempre grazie a
consulenti professionisti) quanti fossero gli uomini idonei, secondo
legge, per “scendere in campo”.
Non possono infatti
essere operativi (tanto da non essere nemmeno coperti da
assicurazione!) coloro che sono in malattia, lavorano in strutture “
a rischio” ( ospedali, rsa, negozi …).
Dalla conta
risultavano essere pochi quelli della Protezione Civile di Albano che
potevano essere utilizzati per questa particolare emergenza
(ricordiamoci che mettevano a rischio loro e la popolazione).
A
questo punto l’Amministrazione, attivando il C.O.C, ha
richiamato le altre Associazioni in convenzione con il Comune in
ambito Protezione Civile (Paracadutisti, CRI, AnPS e Sicur-Scuola).
Così è stato messo in campo un “esercito” che ha
svolto i compiti assegnati in modo egregio, sicuro e veloce.
Dopodiché non ho altro da aggiungere e ognuno di noi risponde delle
proprie azioni.