Aveva promosso una petizione per cambiare il nome alla sua via, via dei Morti a Cenate Sotto, petizione poi naufragata nel nulla. Ora quella via ha un suono differente, un valore differente dopo quanto sta accadendo in queste settimane a causa del Coronavirus, perché anche una tragedia simile può aiutare a cambiare prospettiva sulla vita stessa. Questa è la lettera di Maria Teresa Melis, ausiliaria socio assistenziale che in questo periodo la morte l’ha vista in faccia, proprio a causa di una epidemia. E quella via dei morti in cui abita ricorda le vittime di un’altra pandemia, dovuta alla peste secoli fa e che oggi serve a ricordare tutti quei morti che se ne sono andati all’improvviso a causa di una malattia. Ed ora Maria Teresa ha capito il valore di quella via che prima le creava imbarazzo e che ora la rende orgogliosa, questa la sua lettera che scrive ad Agorà
La Lettera
Vivo in Via dei Morti.
Vivo in un paese meraviglioso Cenate Sotto in provincia di Bergamo.
Ho una bellissima famiglia, ho l’onore di far parte della proloco, come vicepresidente e faccio un lavoro bellissimo. il mio lavoro in prima linea come ausiliaria socio assistenziale in rsa mi ha temprata bene. Ogni giorno il dolore si traduce in terrore in questi mesi di morte e di virus, ma adoro il mio lavoro i miei nonni e lo faccio con responsabilità. Ho scelto il mio lavoro!
Il mio bellissimo paese, tanto tempo fa ha dedicato una via alla morte. Morti della peste. “Via dei Morti”. La mia via.
Da quando ci vivo sento addosso il peso di questo indirizzo, e ammetto che allora non lo capivo… Ho pensato persino a una petizione per cambiare questo indirizzo in qualcosa di più “vivo”. La parola Morte in maiuscolo della mia via mi spaventava. Ogni volta dire che vivo in Via dei Morti da l’imputato a mezzi sorrisetto e battutine… Ora credo che non ci sia più niente da ridere…
Ora che la “peste” è tra noi e ci uccide a migliaia, sento il dovere di salvaguardare questa via e onorare tutti i nostri morti passati e presenti. Della pesta di un tempo e del coronavirus di oggi. Non accettavo e non capivo la necessita di una via che elogiasse tanto la morte, ora ne sono onorata.
Vivo in Via dei Morti a Cenate Sotto e ne vado fiera.
Maria Teresa Melis