Il Circolo Culturale Valle Cavallina boccia la passeggiata e la passerella sul lago
IlCircolo Culturale valle Cavallina contro la passeggiata e la passerella sul lago tra Monasterolo e Spinone, passerella da tempo discussa dai sindaci della valle Cavallina. Ora che la proposta pare essere più seria, assieme ad un progetto di sviluppo di nuove passeggiate, il Circolo boccia tutte e due le idee e promuove per sabato 13 febbraio alle 17 un incontro on line su Facebook proprio per discutere i possibili sviluppi del lago e della sua salute.
“E’ convinzione diffusa che il lago di Endine richieda un intervento importante in tutti gli ambiti della sua condizione naturalistica ed antropica; 𝒅𝒂 𝒂𝒏𝒏𝒊 𝒊 𝒔𝒊𝒏𝒅𝒂𝒄𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒊𝒏𝒇𝒐𝒓𝒎𝒂𝒕𝒊 𝒆 𝒄𝒐𝒏𝒔𝒂𝒑𝒆𝒗𝒐𝒍𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒐 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒑𝒆𝒈𝒈𝒊𝒐𝒓𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒊𝒕𝒂̀ 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒂𝒄𝒒𝒖𝒆. E’ evidente l’espansione delle idrofite che stanno occupando vaste superfici, radicandosi a profondità fino ad ora mai registrate. Sebbene non siano state approfondite le cause del fenomeno si possano sottolineare fattori convergenti quali la 𝒎𝒂𝒏𝒄𝒂𝒕𝒂 𝒊𝒎𝒎𝒊𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒊 𝒑𝒓𝒆𝒗𝒊𝒔𝒕𝒊 100 𝒍/𝒔 di acqua fresca e ossigenata nella parte iniziale del lago, la 𝒔𝒖𝒃𝒔𝒊𝒅𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒐𝒍𝒍𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒆 dove appoggia in aree limose, la 𝒎𝒂𝒏𝒄𝒂𝒕𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂 𝒔𝒖𝒍 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊 𝒔𝒇𝒊𝒐𝒓𝒂𝒕𝒐𝒓𝒊 in occasione di piogge intense, la mancata rimozione del tubo fognario subacqueo tra Pura e Ranzanico. Per chiarire il fenomeno serve ovviamente una indagine scientifica approfondita, propedeutica a qualsiasi intervento.Il nuovo progetto affronta questa emergenza?Da quanto pubblicato nell’articolo su L’Eco di Bergamo si ricava che viene modificata del tutto l’accessibilità al perimetro lacuale ampliando la fascia antropizzata con sovraccarico di strutture poco idonee a mantenere l’equilibrio dei molteplici ambienti che ancora conservano una discreta naturalità. E’ chiaro che una pista ciclopedonale, che si svolge su tutto il perimetro lacustre a poca distanza dall’ambiente acqueo, rappresenta una forte antropizzazione delle rive in grado di sottrarre al lago quella caratteristica che ne fa un ambiente di interesse non solo locale. La strategia dei comuni sembra rivolta prevalentemente a garantire quel tipo di fruizione festiva che vede un accumulo di persone assiepate sul perimetro lacustre per il passeggio domenicale, non turisti certo, ma persone in cerca di un momento di pausa, che spesso portano alle comunità locali problemi di gestione per il sovraccarico di traffico, occupazione inappropriata di spazi o l’accumulo di rifiuti, non certo i vantaggi del cosiddetto turismo. A prima vista il progetto può sembrare un approccio futuribile, idoneo a offrire un salto di qualità al territorio locale; in realtà si presenta come una mera operazione urbanistica, sul modello di tanti interventi del passato, che non pone al centro la condizione ambientale, componente essenziale, ma qui relegata alle ultime posizioni dell’alfabeto progettuale.Emergono evidenti criticità che, seppure in attesa di una più approfondita valutazione, è necessario sottolineare.In primo luogo si pone la sopravvivenza e il miglioramento di un ecosistema lacustre nella sua globalità che coinvolge il bacino idrico, le sponde, gli afflussi idrologici e i depositi dei torrenti, la presenza di una notevole popolazione anfibia (Bufo bufo e altre specie), flora e fauna; per contro il progetto intravisto sembra privilegiare la visibilità architettonica non avendo i presupposti per comprendere nel proprio programma la componente naturale, ossia l’attenzione alla condizione coevolutiva tra specie umana e natura. E’ necessario che le comunità locali e i comuni che le rappresentano assumano delle responsabilità sull’ecologia del lago per garantire l’equilibrio delle componenti fisiche e biochimiche, come già posto in evidenza da pregiati interventi dell’Università La Bicocca e dall’Istituto Idrobiologico di Pallanza, ora CNR, al fine di garantire il mantenimento della risorsa. Pertanto questo gradino risulta preliminare o quantomeno contestuale a ulteriori interventi progettuali.La compresenza di un percorso pedonale e di uno ciclabile, che non si comprende se riassumibili nel medesimo sedime, porta ad un appesantimento della modesta fascia perilacustre, prevalentemente occupata da vegetazione e da ecosistemi di pregio. Se fosse ipotizzato un doppio nastro artificiale, realizzato tra la viabilità attuale e la riva lacustre, ne deriverebbe un evidente sovraccarico artificiale che limita sempre più la persistenza di una qualche naturalità lungo questa fascia. Viene poi dimenticata la valutazione, già in fase progettuale, di un tracciato ciclabile internazionale, la ciclovia Monaco-Milano, il cui tracciato va a scorrere sulla sponda sinistra del lago e che utilizza in buona parte una viabilità storica, mentre la progettazione in atto risulta ubbidiente ad una mera logica localistica, estranea a quello sviluppo turistico che viene peraltro proclamato ad ogni passo.Si propone una passerella tra Spinone Monasterolo, che scorra a pelo d’acqua, in grado di interrompere il flusso tra la parte alta del lago e il bacino di Spinone, creando anche una alterazione paesaggistica non banale; forse le immagini del Lago d’Iseo, oggetto della passerella di Christo, può aver suggestionato alcuni operatori, senza avere colto che la forza della passerella tra Sulzano e Montisola risiedeva nella sua provvisorietà e labilità. Sembra piuttosto che raggiungere una veloce connessione tra Spinone e Monasterolo sia un bisogno impellente che giustifichi un pesante intervento sul bacino, improponibile sia in chiave ecologica che economica e nella gestione dei movimenti sul lago.L’idea che spinge gli amministratori locali è la visione di una economia turistica quale destino e vocazione della Valle Cavallina. Da quasi un secolo si ripete questo refrain senza approfondire le condizioni necessarie per realizzare una tale idea di sviluppo e senza aver prodotto fino ad ora esiti interessanti; in passato, seguendo la medesima idea, le amministrazioni e gli operatori locali hanno sovraccaricato il bacino idrografico del lago di seconde case ottenendo il risultato di incrementare gli svantaggi per i residenti stabili del territorio e un forte degrado urbanistico. Si continua a ripetere che per avere il turismo sia necessario trasformare il lago in un luna park, seguendo una visione che appartiene ad un’epoca del passato e dimenticando che l’attrattività del territorio comprendo un elenco esteso di voci che per ora la Valle non risulta in grado di promuovere, al primo punto dei quali si colloca la qualità ambientale. 𝗨𝗻𝗮 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗮 𝗮𝗹 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗴𝗿𝗮𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝗼𝗳𝗳𝗿𝗶𝗿𝗲 𝗮𝗹 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝘂𝗻𝗶𝘁𝗮̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗵𝗶𝗻𝗼 𝗹𝗮 𝗽𝗲𝗿𝗺𝗮𝗻𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗲𝘀𝗰𝗶𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗻 𝗲𝗾𝘂𝗶𝗹𝗶𝗯𝗿𝗶𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝗽𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲𝗻𝗲𝗻𝘇𝗮.”