Foresto Sparso – Vivere lontano dai soldi, autoproducendo quello che si mangia, la vita di Matteo sui monti del Basso Sebino

Foresto Sparso – Vivere lontano dai soldi, autoproducendo quello che si mangia, la vita di Matteo sui monti del Basso Sebino

Matteo Armenali, 32 anni, originario di San Paolo d’Argon, vive in una cascina a Foresto Sparso autoproducendo quello che mangia. Nessun lavoro, solo la raccolta e il baratto di tartufi, tutto questo da ormai più di 10 anni

 

Vivere grazie agli ortaggi coltivati nel proprio orto, a quanto riesce a darti un bosco, alla legna da ardere nella propria cascina, insomma riuscire a distaccarsi da una società frenetica sempre più stressante dove il lavoro è tutto e dove tutti sono preda di una continua corsa all’ultimo smartphone o all’ultima automobile. Impossibile direte voi, invece un ragazzo di San Paolo d’Argon di 32 anni ci riesce ormai da più di 10 anni. Matteo Armenali vive da quando ha 20 anni in questo modo, senza lavorare e mantenendosi solo con i prodotti che lui si autoproduce, tutto questo sui monti di Foresto Sparso, in una cascina. Lui lo chiama il metodo per ‘distaccarsi dal sistema e dai soldi’ il suo vero obiettivo finale. L’unico prodotto che si procura per ottenere un po’ di soldi, quei pochi che servono per le piccole spese, li ottiene barattando i tartufi che i suoi cani trovano nei boschi tra il basso Sebino e la valle Cavallina. “Non c’è stato un punto di svolta in cui la mia vita è cambiata radicalmente – spiega Matteo – ma è stata un cosa graduale. Diciamo che il percorso è cominciato intorno ai 20 anni. Prima di questa svolta ho lavorato anni in pizzeria oltre che lavori stagionali. Per le piccole spese, ovvero tutto quello che non riesco a produrmi mi appoggio ai tartufi che spesso e volentieri baratto. Mia mamma avrebbe inizialmente preferito un percorso più tradizionale, ma ha cominciato a supportarmi nel momento che ha visto che… Funziono! Oggi vivo a Foresto Sparso, prima ho vissuto qualche anno a Chiuduno sempre in un contesto analogo. Il mio lavoro è riuscire a fare a meno dei soldi autoproducendo e raccogliendo quello che il bosco ci offre. vivo con Akela, Anubi e Castagna a L’Imboscasa, una cascina che sto recuperando dal bosco nelle vicinanze del lago d’Iseo. Durante i periodi di massima produzione dell’orto riesco a nutrirmi solo di quello che coltivo, ma sono ben lontano dal sopperire il mio fabbisogno annuale. Anche perchè la raccolta dei tartufi mi impegna parecchio tempo. Mi sono appassionato all’agricoltura una decina di anni fa, nell’ottica di un distaccamento graduale del sistema. Parallelamente è subentrata la passione per il tartufo che andava a braccetto con la mia empatia con i cani. Conseguentemente ad oggi la mia giornata tipo varia a seconda della stagione, posso dedicarmi alle questioni dell’orto e del bosco, come fare la legna o uscire a tartufi da mattina a sera, o per giorni se si tratta della ricerca del tartufo bianco. Nella porzione di collina adiacente alla casa vorrei sviluppare una Food Forest, un sistema boschivo agroalimentare volto a dare un sostentamento. Ci sono già noci, castagni, ciliegi, rovi, nespoli, meli, fichi ed un infinità di erbe ed arbusti commestibili e officinali”.

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