Agorà

Fonteno – Addio a Francesco Nezosi, l’ultimo testimone della battaglia di Fonteno

Ha vissuto in prima persona la battaglia di Fonteno, da giovanissima staffetta partigiana, Francesco Nezosi quel 31 agosto del 1944 era in piazza, assieme alle donne, ai bambini ed anziani catturati dai tedeschi. Lui amava raccontare a tutti quanto avvenuto in quella giornata e a decenni di distanza ricordava ogni movimento, ogni situazione avvenuta in quella tragica giornata nella quale gli uomini della 53° Brigata Garibaldi guidata dal comandante Giovanni Brasi tennero testa alle formazioni naziste e fascite che avevano occupato il paese dell’alto Sebino, riuscendo poi a liberare gli ostaggi. Con la morte di Nezosi se ne va un altro pezzo di storia della valle Cavallina e dell’alto Sebino. Così Andrea Brighenti, presidente dell’Anpi di Endine ricorda la staffetta partigiana

Francesco Nezosi, classe 1930, testimone della battaglia di Fonteno del 31 agosto 1944, ci ha lasciato nel tardo pomeriggio di venerdì 20 marzo 2020.

Della sua operosa vita ci rimane una viva testimonianza di fitti ricordi custoditi da una mente lucida di giovanotto, nonostante quest’anno avrebbe compiuto novant’anni.
Il fratello di Francesco, classe 1920, rientrato dalla Russia con i piedi congelati si aggrega alla brigata partigiana “Francesco Nullo” di Giustizia e Libertà.
Fonteno, la battaglia, i rastrellamenti, e quella pistola che un fascista gli punta allo stomaco chiedendogli di rivelare dove fosse nascosto il fratello partigiano, sono tra i ricordi indelebili di Francesco. Neppure lo scorrere del tempo d’una vita li ha potuti cancellare.
Nel ricordo di quei tempi cupi, Francesco è un ragazzo di 14 anni che non rivela dove sono i partigiani e a chi lo interroga giustifica i suoi spostamenti tra i boschi come la necessità del tempo di procurarsi la legna. Diventa così una staffetta partigiana per avvertire il fratello e il cugino che i fascisti li stanno cercando.
È tra i pochi a sapere che proprio a Fonteno è nascosta una radio ricetrasmittente degli Alleati. Si trova nella casa di Pierino Pedretti, un giovane partigiano di una famiglia antifascista. La casa è ai limiti del paese, in posizione comoda per raggiungere i monti e le cascine intorno dove trovare un buon segnale per la ricetrasmissione. Superfluo ricordare che l’uso della radio ricetrasmittente era proibito all’epoca.
Francesco assiste alla cattura di Pierino. Sente gli spari che lo feriscono. Poi Pierino viene portato dai nazifascisti sulla piazza del paese e barbaramente ucciso.
I ricordi si fanno fluidi e avvolgenti. Man mano il racconto e la commozione di Francesco coinvolgono anche noi che ascoltiamo le sue parole sulle vicende della 53a Brigata Garibaldi e della Francesco Nullo. Elenca dettagli, sensazioni, ci descrive la paura di quei drammatici istanti. Ricorda quando conobbe il comandante Giovanni Brasi, “Montagna”, spesso ospite a casa sua durante la lotta di Resistenza, per un pasto caldo o per lavarsi. Ricorda i partigiani, il comandante Giorgio Paglia, la popolazione che li aiutava, don Mocchi il parroco di Fonteno. 
Ricorda quando conobbe Giuseppe Brighenti, Brach e la loro profonda amicizia. D’un tratto le sue parole riportano il ricordo al 1995. Brach, giunto a Fonteno in visita a Francesco, gli confida che gli rimangono pochi mesi di vita. È suo desiderio che Francesco diventi custode e protegga la lapide partigiana posta in via Campello a Fonteno a memoria della battaglia del 31 agosto 1944. Francesco accetta l’incarico al punto che il legame con i luoghi della Storia diventa un appuntamento fondamentale, istituzionale e umano, da fare rivivere e in cui credere. Il Monumento al Colletto, la Malga Lunga, i luoghi della battaglia: si tratta di tener vivo il ricordo attraverso le lapidi e i monumenti della Resistenza.
In una riunione della sezione Anpi di Endine, ha proposto di dedicare una lapide a ricordo del suo giovane amico partigiano Pierino Pedretti e un’altra lapide alla Cascina Fudrighì, dove vennero rinchiusi i nazisti catturati nella battaglia di Fonteno.
Nel gennaio appena trascorso, era entusiasta nell’apprendere del progetto, a cui si sta lavorando, per istituire un sentiero della Memoria sui luoghi della battaglia di Fonteno da realizzare insieme alle Amministrazioni dei Comuni limitrofi, all’Anpi Provinciale e alle Anpi del territorio.
La sua attiva partecipazione nell’Anpi di Bergamo negli anni ’60, successivamente a Cinisello Balsamo ed infine a Endine, è il frutto di ideali profondi di giustizia e solidarietà e di amicizie maturate con il tempo. Ha mantenuto un affetto particolare anche con l’Anpi Valle Calepio Valle Cavallina, Lovere e Valle Camonica, Treviglio e Clusone.

Mancherai a tutti noi, Francesco, per la tua energia e il desiderio di ricordare la Storia partigiana e i suoi protagonisti. Ti ricorderemo Francesco.
Avremo cura dei Monumenti e della Storia della Battaglia di Fonteno. La Camminata di fine giugno, da Fonteno al Colletto, sarà un appuntamento fisso per ogni anno a venire.
Sulla piazza di Fonteno, Ongaro Parroci, che tanto amavi, ci parrà di vederti ancora mentre ci racconti quel 31 agosto ’44. E noi, Resistenti di oggi, commossi da quel ricordo, cammineremo fino al Monumento al Colletto con il tuo dolce ricordo nel cuore.