Vicesindaco positivo al Covid dopo 40 giorni. “Non date per scontato di essere guariti o sarà una strage”

Vicesindaco positivo al Covid dopo 40 giorni. “Non date per scontato di essere guariti o sarà una strage”

Un altro caso di positività al Covid che va ben oltre i 14 giorni di quarantena. Intanto del documento dei sindaci non se ne è più saputo nulla

Ancora positivo a 40 giorni dall’aver accusato i primi sintomi dovuti al Coronavirus, Daniele Micheli, vicesindaco di Berzo San Fermo, ha ormai vinto la sua battaglia contro il Covid 19 ma nello stesso tempo risulta ancora positivo. Una questione già dibattuta tra i sindaci della valle Cavallina quella della quarantena da allungare e che stavolta riguarda un amministratore locale. A 28 giorni di assenza di sintomi il test sierologico ha evidenziato ancora la positività di Micheli al virus che in teoria dovrebbero scomparire dopo tre settimane: segno, questo, della capacità potenziale di trasmettere l’infezione. “Oggi sto bene – spiega Micheli – come molti nella fase acuta non ho fatto il tampone e oggi mi chiedo quante persone possono essere nella mia situazione, quanto possono essere convinti di essere guariti ed invece sono ancora potenzialmente pericolosi?

Da qualche giorno mi sono tolto la mascherina e ho avuto contatti con dei parenti conviventi. Ero tranquillo. Ora ho il terrore di averli infettati”.

Il ‘documento dei sindaci scomaprso’

Come detto, settimane fa il sindaco di Luzzana Ivan Beluzzi, assieme ad altri colleghi, dopo aver riscontrato casi di persone positive anche dopo i 14 giorni di quarantena, aveva proposto di scrivere all’ATS per prolungare i giorni di quarantena. La lettera era stata fatta e poi era stata improvvisamente bloccata e nessuno aveva più sollecitato l’ASL. Sulla questione Micheli spiega: “della lettera non ne ho più saputo nulla credo che ats non abbia più dato risposta. Credo che uno dei guai della gestione pandemica sia stata proprio l’indecisione e il ritardo delle comunicazioni. Non sono al corrente di preciso di come siano andate le cose. Per cui preferirei non sbilanciarmi, ritengo che in questi frangenti ogni indecisione o ritardo di comunicazione può generare un disastro. Mi sta a cuore far arrivare il messaggio a più persone possibili, in vista della riapertura, di non dare per scontato di essere non infettivo solo perché si è guariti e sono trascorsi i canonici giorni di quarantena. Altrimenti sarà nuovamente una strage.”

Google+ Linkedin

Lascia un commento